Nonostante i tanti bei progetti prospettati e approvati, alcuni divenuti legge, per salvare dallo sfacelo il SSN e venire incontro alla domanda disperata di salute dei cittadini, tutto potrebbe restare un sogno se non si trovano i fondi necessari al finanziamento. E questa preoccupazione, in sostanza, sembra essere condivisa anche dal Ministro Schillaci che, ad onor del vero continua a bussare a tutte le porte dei Ministeri con portafoglio per trovare i fondi necessari a realizzare quanto serve per iniziare a sistemare il SSN. Ultimo incontro in ordine di tempo quello con il Ministro dell’Economia Giorgetti in questi giorni, nel momento in cui si cominciano a gettare le basi per la Legge di Bilancio 2025.
Un incontro, quest’ultimo con Giorgetti, che era stato preannunciato nei giorni scorsi dallo stesso Schillaci in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, durante la quale aveva elencato le priorità del progetto da finanziare. Innanzitutto due misure: “l'assunzione del personale – ha detto - visto che nel 2025 cadrà per questo il tetto di spesa in vigore da tempo immemorabile”; e seconda priorità “risorse per defiscalizzare al 15% di Irpef l'indennità di specificità di tutto il personale sanitario e non solo dei medici. Uno sgravio che vale quasi 200 euro per gli infermieri e che servirà a rendere un po' più attrattiva anche la professione infermieristica, visto che la vera carenza di personale è lì e che i nostri infermieri guadagnano troppo meno dei loro colleghi europei”. “Stiamo facendo i conti per arrivare con una cifra realistica sul costo di queste due misure che – ha detto ancora il Ministro - considero fondamentali sia per la battaglia contro le liste di attesa che per il funzionamento in genere del nostro Ssn”.
Altra spina nel fianco da estirpare secondo il Ministro è quella costituita da “sprechi e inefficienze” che da anni ed anni ammorbano il SSN, ma “che si possono aggredire”. Per farlo è necessario innanzitutto “razionalizzare, altrimenti rischiamo di immettere più acqua in un acquedotto pieno di falle che finisce per disperderla”. In realtà nei nostri ospedali “ci sono reparti in overbooking – sottolinea il Ministro - e altri, anche nello stesso ospedale, con appena due letti su dieci occupati. Per esempio, c'è uno spezzatino di unità coronariche che quasi mai arrivano a utilizzare più della metà dei letti. E questo significa non solo spreco di risorse e personale ma anche minore sicurezza per il cittadino, che finisce per essere assistito dove si trattano meno pazienti di quello che gli standard di sicurezza richiedono. E poi c'è anche molta inappropriatezza prescrittiva”.
Altro punto, più volte segnalato, la necessità di elaborare delle linee guida che consentano ai medici di prescrivere gli accertamenti giusti al paziente giusto. “Oggi – ha detto in proposito Schillaci - abbiano un 20% di tac, risonanze ed altri esami che vengono prescritti quando non servono. Anche per colpa della medicina difensiva che alcuni medici adottano per tutelarsi da cause temerarie. E anche su questo stiamo mettendo a punto una riforma della responsabilità medica che depenalizzi tutto ciò che non è colpa grave”.