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Sulle liste d’attesa siamo al balletto delle responsabilità

Scontro aperto tra il Governo e le Regioni

Liste d’attesa: via al balletto delle responsabilità tra Governo e Regioni. La scena – alquanto triste – è andata in onda ieri, quando la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il premier time al Senato ha affrontato l’annoso problema delle liste di attesa, dando sostanzialmente la colpa alle Regioni se ancora rappresentano una questione non risolta a livello nazionale. Una accusa alla quale – caso strano – ha subito risposto a muso duro il presidente del Veneto, Luca Zaia, esponente di spicco della Lega, uno dei partiti della maggioranza governativa, apostrofando la premier con un secco “non siamo mica dei pirla!”.

“Sulla questione della sanità e delle liste d'attesa devo fare io un appello alle Regioni", ha esordito Giorgia Meloni rispondendo ad una serie di domande avanzate dai partiti di opposizione. "Su questo problema ogni anno – la precisazione della premier – stanziamo delle risorse che però gestiscono le Regioni". E proprio in questo senso "il Governo ha fatto un decreto sulle liste d'attesa chiedendo di poter fare alcune cose, visto che la responsabilità anche secondo voi (riferendosi alle opposizioni) è sempre la nostra, ovvero potendo eventualmente intervenire con dei poteri sostitutivi quando non si riesce a governare le liste d'attesa come riteniamo” debba esser fatto. Con chiaro riferimento a possibili interventi di commissariamento per quelle Regioni ritenute dallo stesso Governo meno virtuose. “Le regioni – ha concluso la presidente del Consiglio - trasversalmente su questo non sono d'accordo, però almeno gli italiani sappiano che abbiamo queste difficoltà, perché altrimenti noi siamo semplicemente quelli che devono stanziare i soldi ed essere responsabili di quello che non funziona. C'è un problema in questa cosa che segnalo”. Immediata la risposta, tra gli altri del Governatore del Veneto, ricordando che sulle liste d'attesa e sulla sanità in generale "noi vogliamo collaborare col governo”. “Sappiamo benissimo – la puntualizzazione di Luca Zaia – che la competenza è tutta regionale, ma non può passare l'idea che la nomina di un commissario risolva i problemi. Perché allora vorrebbe dire che siam tutti degli allochi, dei pirla, che non siamo in grado di fare il nostro mestiere". "La verità - ha aggiunto ancora il presidente Zaia - è che questa squadra del Veneto ha prodotto bene: siamo passati da 500mila visite in attesa post-Covid a 13mila oggi in categoria D. Ma vorrei anche ricordare che se fosse così semplice avere un commissario per risolvere i problemi, qualcuno mi dovrebbe spiegare perché nelle due Regioni che sono commissariate dal Governo le liste d'attesa ci sono. Devi fare un percorso assieme, visto e considerato che abbiamo già iniziato a vederlo sul fronte degli investimenti: noi non abbiamo nulla di pregresso da investire sull'abbattimento delle liste d'attesa. Se ci sono regioni che vanno male le vai a commissariare, ma non con un commissario di facciata: prendi e sposti tutti, e ci metti uno che governa tutto il sistema della sanità regionale".

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