Nuovo allarme Oms per la Giornata della copertura sanitaria
Oltre un miliardo e trecento milioni di persone nel mondo si impoveriscono per curarsi. La stessa drammatica situazione la vivono oltre un milione e 300 mila italiani over 65. E’ il nuovo campanello di allarme dell’Oms sui costi personali che i malati devono affrontare. La cornice di questo nuovo quadro sul degrado della sanità nel mondo e in Italia, è stata delineata dall’Oms e l’Istituto Superiore della Sanità la rilancia in occasione della Giornata mondiale internazionale della copertura sanitarie universale del 12 Dicembre. “Avere una protezione finanziaria permette alle persone di non impoverirsi pagando di tasca propria le cure, in caso di malattia. Ma – riporta una nota dell’ Iss - negli ultimi 20 anni questa tutela, a livello globale, si è progressivamente ridotta e oggi a livello mondiale si contano 2 miliardi di persone in difficoltà economiche e oltre 1,300 miliardi di individui spinti verso la povertà a causa dei costi per la salute che sono costretti a sostenere. Il tema è da tempo al centro dell'agenda internazionale e uno dei target degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile per il 2030”.
Il dato sui nuovi poveri a causa delle spese sanitarie tocca anche il nostro Paese. Come evidenzia il sondaggio “Passi d'argento” dell' Iss pubblicato lo scorso Ottobre in base al quale – spiegano gli autori della ricerca - nel biennio 2022-2023 il 18% degli ultra 65enni (2,6 milioni di persone) ha dichiarato di esseri impoverito per le spese mediche e di aver rinunciato ad almeno una visita medica o a un esame diagnostico di cui avrebbe avuto bisogno nei 12 mesi precedenti il sondaggio. Fra le ragioni principali della rinuncia, sottolinea la nota dell’ Iss – “le lunghe liste di attesa (nel 55% delle rinunce), le difficoltà logistiche nel raggiungere le strutture sanitarie o la scomodità degli orari (13%) e i costi eccessivi delle prestazioni (10%). La rinuncia è risultata più frequente fra le persone più svantaggiate, economicamente (39% tra coloro che hanno dichiarato di arrivare a fine mese con molte difficoltà, contro il 20% tra chi non ne ha) o per bassa istruzione (24% tra chi ha al più la licenza elementare, contro il 19% tra i laureati) e tra gli over 65 che risiedono al Centro e al Sud (27% contro 16% tra i residenti nelle regioni settentrionali). Oltre la metà degli intervistati che non ha rinunciato a ciò di cui aveva bisogno ha fatto ricorso a prestazioni a pagamento: il 10% ricorrendo esclusivamente a strutture private e il 49% ricorrendovi alcune volte. Solo il 41% ha utilizzato esclusivamente il servizio pubblico.