L’idea nasce da uno studio universitario inglese
Cresce nel mondo la minaccia della resistenza dei superbatteri negli esseri umani . Sono circa 700.000 i decessi che si registrano ogni anno proprio a causa della resistenza antimicrobica (AMR). Se non controllata, potrebbe mettere in pericolo 10 milioni di vite all’anno e comportare una perdita di produzione economica di 100 trilioni di dollari entro il 2050, secondo stime recenti. L’allarme viene questa volta dal Centro per la politica della concorrenza dell’Università dell’East Anglia, dall’Università di Loughborough e da E.CA Economics del Regno Unito in seguito ad un approfondito studio di esperti in materia. Secondo gli scienziati inglesi tassare alcuni antibiotici potrebbe contribuire ad affrontare la crescente minaccia. Scrivendo sull’International Journal of Industrial Organization, gli esperti spiegano che, poiché i medici di base possono scegliere quale farmaco prescrivere, l'idea di una tassa potrebbe incoraggiare un maggiore utilizzo di farmaci a spettro ristretto e mirare a ridurre tempi e costi dei test. Potrebbe anche potenzialmente aiutare a gestire la domanda di antibiotici adeguando i loro prezzi.
L’uso umano di antibiotici è il principale fattore di resistenza antimicrobica, e nel Regno Unito – ma non solo - la maggior parte di questi farmaci viene prescritta proprio tramite il medico di famiglia. Classificati come a spettro ristretto o ad ampio spettro, i primi prendono di mira batteri specifici, aiutando a rallentare la resistenza, ma richiedono la conoscenza dell’organismo che causa l’infezione. Gli antibiotici ad ampio spettro vengono utilizzati più in generale quando il microrganismo è sconosciuto, esacerbando la resistenza antimicrobica. Un rapporto del governo del Regno Unito, pubblicato nel 2016, raccomandava di eseguire test per gli agenti patogeni prima di prescrivere e di utilizzare farmaci a spettro ristretto, con test costosi o dispendiosi in termini di tempo. In questo nuovo studio, gli economisti hanno esaminato la fattibilità di ‘tassare’ i medici di base per l’utilizzo di particolari medicinali ad ampio spettro – con l’idea che quando li prescrivono, l’importo della tassa verrebbe addebitato al loro budget per i farmaci.
La resistenza agli antibiotici viene presentata come una priorità da affrontare per la politica sanitaria del Paese, poiché molto verosimilmente, potrebbe essere la prossima Bomba a orologeria nel sistema sanitario”.