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Vaia: “ Lascio il ministero e torno sul campo per i più fragili”

Nominato membro dell’Autorità Garante per i disabili

 Dal ministero della Salute alla difesa delle persone con disabilità. Cambia vita il professor Francesco Vaia, che da Direttore generale della Prevenzione Sanitaria presso il Ministero della Salute è stato nominato membro dell’Autorità Garante nazionale dei diritti delle persone disabili. Figura di primo piano tra quanti si sono maggiormente spesi durante gli anni della pandemia, da qualche giorno, dopo aver lasciato il dicastero sanitario, è nuovamente sceso in campo per la cura, la prevenzione e la difesa dei diritti di quanti sono colpiti da disabilità. E’ stato lui stesso a renderlo noto in un video diffuso sui social e rilanciato dalla agenzie stampa. "A fine dicembre – ha annunciato il professore - ho lasciato la Direzione generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute. E' stata un'esperienza che ha arricchito il mio bagaglio di civil servant e ringrazio in particolar modo le mie collaboratrici e i miei collaboratori per il lavoro svolto”.

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e specializzato in Statistica Sanitaria presso l’Università degli studi “La Sapienza” di Roma, il professor Vaia ha maturato una lunga esperienza nell’organizzazione dei servizi sanitari, dirigendo importanti strutture del SSN, tra cui l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS, alla guida del quale si è distinto nella lotta contro il COVID-19. "Ho spesso affermato che da medico – confessa il neo membro dell’Autorità dei diritti dei disabili - sentivo questo camice bianco come attaccato addosso, come se fosse una mia seconda pelle e in forza di ciò ho preso alcune decisioni e ho scelto di tornare sul campo, ad occuparmi delle persone, in particolar modo delle persone che più hanno bisogno, delle persone più fragili, in questo momento delle persone con disabilità, soprattutto dei loro diritti". Una scelta di vita professionale ulteriormente al servizio dei piu’ deboli, dettata dalla convinzione, spiega Vaia, che "una società più equa e più giusta" deve "andare oltre il tema dell'inclusione, che è un atto dovuto, per occuparsi di come prevenire la disabilità". "Penso, ad esempio, al tema dell'invecchiamento attivo; per una società come la nostra che invecchia sempre di più, il tema non è vivere di più e a lungo, ma è come viver meglio e soprattutto come far sì che le malattie croniche e cronico-degenerative non si trasformino in disabilità". Altro tema "importantissimo", sottolinea, è quello "dei care giver, pilastro vero insieme al terzo settore di questa nostra società". "Credo che tutti dovremmo farci carico di questo tema, tutti dovremmo essere comunità solidale, insieme con le associazioni, insieme con il terzo settore e con coloro che oggi sono i care-giver". "Dobbiamo pensare a un welfare moderno, più rinnovato, più adeguato ai tempi che superi il trattino socio-sanitario.  Dobbiamo pensare – conclude - a una società più a dimensione della persona. Questo è il nostro impegno, questa è la nostra sfida".

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